Il nuovo video di Steve Hackett - Somewhere in South America

 

 

Camino Records CAMCD29 (2 CD)

Camino Records CAMVT29 (VHS)


La scaletta:

The Floating Seventh, Mechanical Bride, Medley, Serpentine Song, Watcher Of The Skies, Hairless Heart, Fifth Of Fifth, Riding The Colossus, Pollution, The Steppes, Gnossienne # 3, Walking Away From Rainbows; Sierra Quemada, The Wall Of Knives, Vampire With A Healthy Appetite, A Tower Struck Down, Lucridus, Darktown, Camino Royale, Intros, In Memoriam, Horizons, Los Endos.

 

 

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Il sito ufficiale di Steve Hackett

 

Guardando questo video, ascoltando queste canzoni, mi veniva da pensare che noi fan, a volte, siamo veramente strani. Ho sentito con le mie orecchie, e letto con i miei occhi, delle critiche al tour italiano della Steve Hackett Band del luglio 2000, quando l’artista, a nove anni dal tour elettrico precedente (se si eccettuano le quattro date della dream band giapponese del 1996), tornava ad esibirsi armato di Gibson e Fernandes, scegliendo proprio l’Italia per introdurre i suoi fan a un repertorio in parte nuovo di zecca.

Ho sentito e letto critiche sul fatto che Steve non apriva bocca durante i concerti (critiche che non tenevano conto, quindi, della natura particolare e dark di quel tour, come dimostra l’atteggiamento a dir poco ciarliero di Steve durante i suoi tour acustici prima e dopo di quella particolare occasione). Ma ho anche sentito e letto critiche al gruppo scelto da Steve (in controtendenza alle parole del leader, che a Molfetta mi dichiarava testualmente che quella era la miglior band che avesse mai avuto, Genesis compresi) e, quel che è peggio, critiche al repertorio. C’era chi riteneva che Steve avesse dedicato troppo poco spazio ai Genesis (pochi quattro o cinque brani?), chi invece giudicava negativamente i pezzi nuovi, chi (me compreso) aveva invece da ridire su questa o quella scelta.

Ma se provassimo un attimo solo ad essere obiettivi, dovremmo invece riconoscere che Steve Hackett è da almeno un lustro, di tutti i Genesis, quello che tiene la bandiera più alta di tutti per continuità, coerenza e qualità della sua musica. E il tour elettrico che, a scaglioni estivi, ha fatto conoscere all’Italia (nel 2000), al Sudamerica (nel 2001) e agli Stati Uniti (nel 2002), ce lo ha presentato in forma assolutamente smagliante. Con una band quadrata che suona benissimo, e con una scelta del repertorio eccellente, capace di guardarsi alle spalle ma senza spirito nostalgico e patetico, proiettandosi, nello stesso tempo, verso il futuro con alcune canzoni inedite, che francamente trovo fra le cose migliori mai scritte da Steve Hackett nella sua carriera, e che quasi mi dispiace un po’ veder pubblicate adesso ufficialmente per la prima volta in versione live.

E’ vero (l’ho scritto anch’io nel numero 33) che gli inediti di Steve risentono in maniera pesante di un’influenza crimsoniana. Ma ammettiamo anche che, se solo non esistesse già “Talk To The Wind”, un pezzo come “Serpentine Song” sarebbe di una bellezza impressionante. E che “Mechanical Bride”, con le sue stranezze tipicamente hackettiane, è comunque un’apertura di concerto esaltante, dopo l’introduzione noise di “The Floating Seventh”.

Il repertorio dei Genesis è abbondantemente rappresentato con cinque canzoni, seppure non integrali, scelta peraltro saggia per non correre il rischio di massacrarle con interpretazioni vocali poco convincenti, specie per un pubblico tradizionalista come quello genesisiano.

E, in quanto al resto della carriera solistica di Steve, c’è il medley già suonato nel tour del ’93 (che comprende, non accreditate sul CD, Myopia, Los Endos, Imagining, Ace Of Wands e Hackett To Bits), alcuni estratti da “Darktown” (la title track e “In Memoriam”) e da “Guitar Noir” (“Walking Away From Rainbows”, “Sierra Quemada”) e alcuni splendidi recuperi dal passato più remoto: “Camino Royale”, “The Steppes” e persino “A Tower Struck Down”. Alla fine, le uniche cose di cui, personalmente, avrei fatto a meno, sono le ennesime riproposizioni di “Riding The Colossus” (ex “Depth Charge”) e soprattutto “Vampire With A Healthy Appetite”, episodio a mio parere fra i meno riusciti di tutta la carriera di Steve, opinione certamente non condivisa dall’autore che invece, a giudicare dalla frequenza con cui la suona, evidentemente, la adora.

In attesa della versione DVD, che sarà disponibile dal 27 gennaio e che conterrà anche un succulento bonus con immagini backstage e soundcheck dal tour italiano del 2000, il concerto, registrato al Teatro Coliseo di Buenos Aires il primo luglio 2001, ha visto intanto la luce il 9 dicembre su un doppio CD in digipack e su VHS. Sappiamo che alla fine, purtroppo, a Billy è stata consegnata soltanto, in pratica, la versione definitiva trasmessa dalla tv sudamericana, che ha sciaguratamente buttato via tutte le alte inquadrature (per questo non è stato possibile attivare nel DVD le funzioni multi angolari). Quindi non aspettatevi trucchi particolari, ma solo un concerto ripreso professionalmente, da varie telecamere, con una buona qualità sia audio che video, nel quale è possibile ammirare l’eccellente prestazione di una band molto in tiro, che, al fianco di Steve, vede, lo ricordiamo, Roger King alle tastiere, Gary O’ Toole a batteria e cori, Terry Gregory a basso e cori, e Rob Townsend ai fiati.

 

Mario Giammetti