MAD MEN MOON


Napoli, Marabù Club
21 Ottobre 2006
 

recensione di Nando Caserta


La scaletta:
- Watcher Of The Skies
- Land Of Confusion
- Can-Utility And The Coastliners
- Squonk
- The Lamb Lies Down On Broadway/Fly On The Windshield/Broadway Melody 1974/Carpet Crawlers
- Follow You Follow Me
- Afterglow
- The Battle Of Epping Forest
- Ripples
- Firth Of Fifth
- Fading Lights
- The Fountain Of salmacis
- The Lamia
- I Know What I Like


visita il sito della band
www.madmenmoon.it

Paolo Terzi: batteria e voce
Lello Roccasalva: tastiere
Diego Di Finizio: chitarre
Ciro Sebastiani: basso e chitarre
Massimo Palazzo: voce

 

I Mad Men Moon ritornano dopo un anno e mezzo di riposo forzato dopo il grave incidente occorso a Diego Di Finizio: l’istrionismo di Marco Signore, cantante non eccelso, ma che conferiva alle sue esibizioni un’aura di teatralità, viene sostituito dalla semplicità di Massimiliano Palazzo con uno stile canoro di tutto rispetto. Nel corso del concerto il nuovo entrato si cimenterà nell’interpretazione di brani con bravura ed originalità dimostrando di avere fatto tesoro della scuola come corista di un’altra ottima tribute band Genesis napoletana.

La serata si apre con Watcher Of The Skies con l’intro da brividi del simpatico Lello Roccasalva, che dopo qualche iniziale imperfezione, consegna l’attacco al cantato di Massimiliano che convince subito il numeroso pubblico presente (tra i tavoli ci sono Giovanni De Liso, Salvatore Intragna e udite, udite Mr. Mario Giammetti). Land Of Confusion, l’ottima traccia, piena di groove, è veramente riuscita e Massimiliano riesce a renderla più coinvolgente e trascinante. Si prosegue con Can-Utility And The Coastliners, magistrale prova dei Pazzi Uomini Luna, su questo splendido brano dai toni morbidi; il canto è segnato da una melodia impeccabile e straordinaria è l’arpeggio iniziale di Diego che evolve, nel suo incedere, fino a far venire i brividi. E’ poi la volta di Squonk con un ottimo Ciro Sebastiani e un grande Paolo Terzi alla batteria con il ritmo festoso e mosso e con una bella parte vocale di Massimiliano che dà un tocco di classe ad un concerto che cresce a vista d’occhio. E allora ecco un estratto dall’Agnello dove si distinguono il cantante su The Lamb Lies Down On Broadway e il chitarrista Diego che ha personalizzato il bellissimo arpeggio di Fly On The Windshield sembrando veramente molto ispirato regalandoci un bellissimo solo su Broadway Melody 1974; Carpet Crawlers chiude questa variante di “stufato”: parte un po’ in sordina con Massimiliano che imita un po’ troppo Sacchi dei Garden Wall, ma che nella seconda parte tutto si fonde e si interseca in una grande armonia corale. Il pubblico è esploso in applausi sinceri gridando a gran voce bravi, bravi….mentre io pretendevo una improbabile Looking For Someone (scambiata per Cooking da Massimiliano). Si prosegue quindi con Follow You Follow Me che dopo cotanti brani sembra quasi un corpo estraneo, ma la zuccherosa cantilena piace molto soprattutto per l’ottima prova vocale di Massimiliano che anche su Afterglow ci fa sognare ad occhi aperti fino al gran finale maestoso e corale.

Si chiude così la prima parte del concerto tra gli applausi di un pubblico entusiasta. Dopo una bibita rinfrescante e qualche sigaretta riprende la seconda parte del concerto. Si riparte con la tosta e medievale The Battle Of Epping Forest, ben arrangiata, dove i ragazzi se la cavano benissimo in questa infinità di cambi di ritmo e Massimiliano è davvero bravo a districarsi in quello che è quasi un monologo. Segue la dolce e delicata Ripples, un tempo cantata da Paolo Terzi, ma stasera va perfettamente su misura per la vocalità di Massimiliano Palazzo. Una non perfetta introduzione pianistica del bravo Lello dà il benvenuto alla successiva Firth Of Fifth: Massimiliano interpreta maestosamente la melodia principale, ma quando Lello attacca la parte di flauto il brano perde un po’ il contatto con l’originale fino all’assolo purtroppo non riuscito che lascia il testimone a Diego per un momento di puro lirismo su uno degli assoli di chitarra più belli e sognanti della storia del rock: un capolavoro. Il pubblico in piedi, applaude a scena aperta ed è un tripudio l’attacco di Fading Lights con l’apertura ariosa di tastiere di Lello su una base percussiva creata dalla drum-machine. Salgono i brividi, il brano è eseguito in maniera perfetta, tutti sono molto bravi e il nuovo cantante riesce a rapirci quasi fosse Phil Collins in persona. L’emozione è tanta e quasi commosso suggerisco il titolo dell’ultimo brano del concerto, The Fountain Of salmacis dove non si può non immaginare ogni singola scena: la foresta, l’alba, Ermafrodito che segue il cervo nella nebbia del mattino, il lago misterioso, la ninfa che cerca di unirsi ad Ermafrodito; è un viaggio nell’immaginazione e il cuore batte a mille per questo brano trionfale e solenne, anche se forse qui non suonato alla solita maniera dai MMM.

Il pubblico applaude convinto e chiede a gran voce il bis e così i ragazzi ci regalano una bella versione di The Lamia (riconosciuta da un giovane fan un po’ troppo pomicione seduto alla mia destra) con il pianoforte dolce di Lello e la voce Di Massimiliano delicata ed allo stesso tempo profonda. I Know What I Like, cantata a gran voce anche dal pubblico, chiude definitivamente un concerto che consacra una tribute band capace di riproporre anche i brani dell’era post-Gabriel con grande disinvoltura anche grazie al nuovo cantante, riuscendo a convincere per la musica, disinteressandosi, questa volta, dell’aspetto coreografico.

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