Mad Men Moon – Oddly Shed - 02/04/2004

(recensione di Nando Caserta)
...mi sono veramente divertito: con ancora negli occhi e nella mente il concerto di Steve della domenica precedente incontro i vecchi amici Giovanni De Liso, Salvatore Intragna e Achille Benigni all’Oddly Shed di Caserta.

La serata prevede la performance di una band di Rock Blues ?!? (così è scritto sul cartello del locale): i Mad Men Moon.

I Pazzi Uomini Luna vengono accolti dal pubblico con un calore che da sempre i fan dei Genesis riservano alle ottime cover band e per tutta la durata del concerto segue la scaletta con entusiasmo e coinvolgimento.

Stavolta i protagonisti sono sembrati davvero in forma e finalmente sembrano aver trovato la giusta amalgama sul palco tanto che anche i brani più articolati vengono proposti in una versione decisamente all’altezza.

Forti della forma raggiunta i MMM si esibiscono con una scaletta varia e ricca: si parte con Land of Confusion, per passare subito ad una toccante versione di Burning Rope. I brividi alla schiena non mancano con Firth of Fifth sempre efficace e l’intricata e magnifica Seven Stones. E’ la volta poi della complessa e brillante Robbery Assault & Battery e della meravigliosa The Return of the Giant Hogweed che, complice una chiamata di lavoro sul cellulare, non viene da me annunciata come al solito; il finale è collegato a …in that quiet earth…ed alla sognante Afterglow (qui Paolo commette forse l’unico errore della serata). Davvero simpatico Marco Signore con il mantello e le ali da pipistrello (con dei pendagli color oro) su Watcher of the Skies (le tastiere di Lello un po’ basse su alcuni passaggi), brano epico ben interpretato seguito dalla mitica  The Fountain of Salmacis con le tastiere dell’ottimo Lello Roccasalva e gli interventi alla chitarra di Diego Di Finizio in evidenza.

Su Dancing with the Moonlit Knight, con Marco travestito da Britannia, con tanto di elmo, lancia e scudo (bravissima la costumista, “compagna” [ho detto bene?] di vita di Paolo Terzi), dopo la soave parte iniziale, il ritmo si incrementa fino al grande finale qui collegato alla closing section di The Musical Box ( a proposito Marco ma quando indossi la maschera dell’Old Man?).

Chiude il concerto il brano forse più celebre dei Genesis, Supper’s Ready dove lo splendido tappeto acustico iniziale mi fa accapponare la pelle. Il pezzo viene interpretato in modo impeccabile dai ragazzi (bella anche la maschera del fiore) e su Apocalypse in 9/8 mi alzo in piedi per godere di quel meraviglioso intermezzo strumentale dove Lello, Ciro (eccezionale stasera ), Paolo e il bravissimo Diego ci regalano splendidi passaggi fino al grande finale che ha suscitato l’ovazione del pubblico.

I ragazzi salutano il pubblico che vuole un bis, ma l’addetto al mixer ha già chiuso tutto e ci nega l’ultima gioia; ma non importa, siamo tutti felici e ci abbracciamo calorosamente: il simpatico Lello scende dal palco e mi bacia affettuosamente (grazie Lello), Paolo stringe la mano a tutti e Ciro chiede come è andata; Diego vuol essere chiamato S’Hackett e si gira ogni volta si nomina il”maestro” J e Marco, che dice che era senza voce, ma a noi è piaciuto, soprattutto (ma è già noto) sui brani di Gabriel. Davvero una bella serata in compagnia di ottima gente e di ottimi amici, in compagnia di una musica senza tempo e senza confini, la musica dei Genesis.