Segue parte dell'intervista esclusiva di Mario Giammetti a Ian McDonald (la trascrizione integrale si trova su Dusk n.30), il grande musicista fondatore dei King Crimson che ha di recente lavorato con Steve Hackett e pubblicato un album solista.

"Drivers Eyes" è il tuo primo album solista in trent'anni. Come mai ci hai messo tanto?
Qualche volta le cose succedono quando devono succedere. Non è sempre facile quanto sembra ottenenre un contratto per fare uscire un disco, ci è voluto del tempo. Ho infatti cominciato a lavorare a questo disco qualche anno fa, ma poi dell'accordo che pensavo di avere non se ne è fatto più niente. Così ho dovuto accantonare l'ìidea per un po' di tempo. Poi ho fatto uno sforzo per riattivare il tutto e ci sono riuscito. Penso che adesso, con tutto quello che è successo, l'album sia migliore di quanto lo sarebbe stato se fosse uscito qualche anno fa. Penso sia più ricco e più informato dell'esperienza della vita, quindi credo che l'attesa sia stata, alla fine, una cosa positiva.
Quindi l'album contiene anche brani vecchi?
Beh, non sono così vecchi. Quello che intendevo dire è che stavo progettando questo disco da un po' di tempo e sapevo quali brani includervi. Ma la maggior parte dei pezzi sono stati completati di recente, i testi e cose simili. Quindi è un po' misto, qualche brano non è nuovo, altri lo sono in parte.
Quanto tempo sono durate le registrazioni?
Non è stata una cosa continua. Come ti dicevo, ho cominciato e poi mi sono fermato un po'. Direi comunque fra i sei e i sette mesi. Ma non di continuo: il tempo effettivo che sono stato in studio, poiché ho cercato di lavorare con efficienza, non è stato così lungo come si potrebbe pensare. Sapevo quello che volevo fare. Non era questione di sperimentare o cose del genere, quindi una volta ottenuto del tempo in studio mi sono messo a lavorare. Naturalmente c'è sempre spazio per la spontaneità e le cose che non sono progettate. Ma in generale sapevo quello che volevo fare ed è così che l'ho fatto.
...So che hai registrato una nuova versione di "Talk To the Wind" con Michael Giles alla batteria e Steve Hackett a chitarra e voce. Come mai non è sul disco?
Perché è stata fatta per Steve, era qualcosa che voleva fare lui. Ci siamo divertiti molto. Noi abbiamo completato il brano e adesso dipende da Steve cosa vorrà farne, poiché non era un brano mio, ma suo. Spero che sarà pubblicato perché sono molto contento della mia parte di flauto. Sì, direi che è una versione molto bella. È stato bello lavorare con tutti, di nuovo con Mike Giles e naturalmente con Steve.
Guardando il booklet del tuo album si vede una canzone chiamata "Intro" che, da quanto si legge, doveva includere la partecipazione di Robert Fripp e Greg Lake, ma il pezzo in realtà non c'è.
Era solo un'idea. Quell'ultima pagina mostra quanto spiegavo prima: ogni sovraincisione è stata pianificata, e man mano che ne completavamo una cancellavo il nome. Quella a cui ti riferisci è un'idea che avevo avuto: mi sarebbe piaciuto avere Robert e Greg suonare qualcosa in apertura, ma non se ne è fatto niente. So che la cosa può sviare chi legge il booklet, ma non ci sono nell'album.
...Da quanto tempo conosci Steve?
In effetti io e Steve ci conosciamo da un bel po' di tempo, prima ancora che lui entrasse nei Genesis. In realtà credo risaltga ai primi tempi dei King Crimson. Avevo incontrato Steve e l'amicizia è rimasta da quei tempi lontani nonostante ci siano stati lunghi periodi in cui abbiamo perso ogni contatto. Però è un buon amico ed è stato bello lavorare con lui, finalmente. Ho sempre avuto un grande rispetto per il suo modo di suonare ed è anche una brava persona, un grande amico.
Quando Steve ti ha chiamato per suonare "Los Endos" in "Genesis Revisited" era la prima volta che facevate qualcosa insieme?
Sì. Anche se in realtà non abbiamo suonato insieme su quel brano in particolare. Ho fatto le mie parti qui a New York mentre Steve era a Londra. Era un brano difficile, ho dovuto suonare il sax e il flauto con molta velocità, e l'ho fatto in tempo reale, non ho rallentato il brano o cose del genere. Comunque era la prima volta. E' stata una bella sfida, e infatti abbiamo fatto anche qualche concerto dal vivo dove c'era anche John Wetton.
Hai preceduto la mia prossima domanda: cosa puoi dirci del tour giapponose, ed avevi mai suonato con gli altri musicisti?
No, era la prima volta con tutti. Abbiamo fatto le prove, avevamo solo una settimana per imparare il nuovo materiale! Sfortunatamente il tour giapponese è stato molto breve, solo quattro serate. Quando stavamo finalmente diventando molto bravi abbiamo dovuto rifare le valigie e tornare a casa. Ci siamo divertiti un sacco, è stato bellissimo suonare insieme a John e Steve. Non so se lo rifaremo, a me piacerebbe tanto, sarebbe grandioso.
Conoscevi già il materiale dei Genesis?
No, solo alla lontana. Era assolutamente nuovo per me, dovevo impararlo. E' stato divertente imparare materiale nuovo.
Che mi dici invece della tua collaborazione per il brano "Darktown"?
Sono andato in Inghilterra per fare quel brano insieme a Steve. Mi piaceva il brano e l'atmosfera che creava. Mi associavo anche al testo, che riguarda il sistema delle scuole inglesi del dopoguerra. Mi sono divertito a mettere le parti del sax, un misto fra il gemito del sassofono astratto e quello alto e nero. Mi sono divertito e sono contento del risultato. E' una bella canzone ed è sempre bello lavorare insieme a Steve.
Un'ultima domanda riguardo Steve: avete mai pensato di scrivere qualcosa insieme?
Sì. In effetti ne abbiamo parlato per l'album "Drivers Eyes". C'era la possibilità di una collaborazione per un testo, ma poi non se ne è fatto niente. Mi piacerebbe tanto, perché reputo Steve un grande compositore anche per quello che riguarda i testi. Se a lui farà piacere, sono più che disposto.
Sei l'unico musicista che ha fatto soggezione alla leadership di Robert Fripp in trent'anni di King Crimson. Addirittura hai scritto più brani di lui nel primo, leggendario album. Allora la tua decisione di lasciare la band sembrò strana. Puoi spiegarci le tue ragioni, anche se è passato così tanto tempo?
È vero, non c'era un leader in quella band, tutti davamo il nostro contributo. Dopo la mia partenza Robert prese le redini della band. Non so, fu una decisione affrettata e forse, penso, non avevo la maturità necessairra per comprendere quello che stava succedendo alla band. Stavamo diventando molto famosi ed anche molto in fretta, e forse questo creava dei problemi. Ma non c'erano disaccordi musicali o cose del genere. Fu una decisione irrazionale e purtroppo ormai è così che stanno le cose.
Scrivesti le musiche per "In The Court of The Crimson King" e "Talk To The Wind" mentre eri nella band, o le avevi composte prima da solo?
Le ho composte insieme a Peter Sinfield ma non ricordo esattamente quando. Comunque avevo scritto "Talk To The Wind" prima della formazione del gruppo, e Peter ed io scrivemmo "In The Court Of The Crimson King" mentre eravamo nella band. Poi la band prese il nome dalla canzone. Ma sicuramente quella canzone l'abbiamo scritta insieme nella sua interezza. C'erano brani nel primo album dei Crimson nati da improvvisazioni, ma quel brano è mio e di Peter.
Un paio di anni fa è stato pubblicato un bellissimo cofanetto chiamato "Epitaph". Cosa ricordi dei primissimi concerti dei King Crimson?
Quello che più mi inorgoglisce del cofanetto sono in particolare il terzo e quarto CD (in realtà disponibili solo nella limited edition acquistabile solo per posta, poiché la versione ufficiale conteneva solo due CD - n.d.r.), non so se i tuoi lettori li hanno sentiti, poiché contengono le improvvisazioni del gruppo, che era uno degli elementi più forti della band che invece non si intuisce bene nel primo album "In The Court Of The Crimson ùKing". Con "Epitaph" puoi avere un'idea di quello che facevamo dal vivo. Ci sono alcune improvvisaizoni stupende e, anche se la qualità delle registrazioni lascia un po' a desiderare, la qualità della musica ed il modo in cui è suonata è evidente. A mio avviso è quello che è molto importante, più che le versioni dal vivo delle canzoni più strutturate. Con le improvvisazioni ci si rende conto della bravura della band. Quando lasciai i King Crimson probabilmente non mi ero reso conto del calibro della band. Adesso l'ho capito…
Hai ascoltato gli album pubblicati dai King Crimson dopo la tua partenza, e cosa ne pensi?
Non conosco tutto il materiale che hanno pubblicato, ma è evidente che sono andati in una direzione dove l'influenza di Robert si sente di più. C'è del materiale molto buiono, come ad esempio "Starless And Bible Black". Non conosco ogni brano di ogni album, ma quel che è certo è che hanno un suono ed una indentità molto particolare.
...Ora che hai cominciato la tua carriera solista hai in cantiere nuovi album per conto tuo?
Sì, assolutamente, voglio sfruttare lo slancio che ho e fare quello che devo fare, e cioè musica. L'avevo dimenticato per un po' di anni… Voglio fare altri album, ed anche produrre dischi di altra gente. Infatti ho prodotto un album di un mio amico che si chiama Park Stickney, suona l'arpa ed ha anche suonato nel mio album. Voglio fare questo tipo di cose.

(trascrizione e traduzione di Stephen Tonna Lowell)